Innumerevoli culture hanno per millenni coltivato ed utilizzato piante sacre che
permettevano la divinazione e la comunione. Tali piante sacre includevano la
misteriosa “Soma”, che era personificata come una pianta- dio-insegnante nel
testo Indiano del Rig Veda, come anche lʼHaoma, la versione Persiana della
pianta-insegnante.
Anche la canapa e la sua resina hanno una lunga storia di uso nel culto religioso e nelle pratiche spirituali, per esempio, su alcune tavolette Sumere datate al 5000 a.C. circa, ci sono chiari riferimenti ad una pianta dai particolari poteri, chiamata “pianta della gioia”.
I Cinesi registrarono lʼuso della canapa fin dal 3° millennio a.C., e il suo uso in
India iniziò almeno 4.000 anni fa.
La maggior parte dei maghi e degli stregoni (medici spirituali) dellʼantichità,
conosciuti come “Terapeuti”, erano dei girovaghi spacciatori di droghe e membri
di una rete della fratellanza, nella quale le piante con proprietà psicoattive,
venivano usate per lʼiniziazione e la divinazione.
Lʼuso di queste sostanze era diffuso in tutto il Levante e nel Medio Oriente, anche tra i popoli biblici.
Ebraismo
Quantunque alcuni storici siano riluttanti ad attribuire lʼuso di droghe ai popoli semiti, il Vecchio Testamento abbonda di riferimenti sia alla coltivazione che alla somministrazione di erbe medicinali, cʼè per esempio un inventario di piante favorite nel Cantico di Salomone del Vecchio Testamento (4:13-14) a cui fa riferimento il Rastafarianesimo.
Lʼalcool, naturalmente, è una potente droga, ma non è biasimato nel Cristianesimo perché essendo il vino sacralizzato non è possibile la sua demonizzazione, mentre sostanze enterogene, tra cui la canapa e il “fungo magico” sono assolutamente osteggiate, poiché non contemplate dalla cultura convenzionale nonostante abbiano il potere di accrescere la consapevolezza e lʼacutezza individuale.
Eʼ stato addirittura supposto che la biblica “manna dal cielo” si riferisca in realtà
ad un fungo psichedelico, che permise a Mosè e al suo popolo di peregrinare per
40 anni nel deserto vivendo di visioni e speranza.
Senza prendere in considerazione se la manna fosse il fungo magico o meno, i
culti delle piante psicoattive e psicotrope sono stati reali e influenti nella storia dei
popoli semitici fin dallʼinizio del culto religioso, basti pensare che il sommo
sacerdote di Israele indossava un copricapo a forma di fungo e che ancora oggi
gli ufficiali della Chiesa Ortodossa Orientale usano indossare lo stesso
copricapo.
In una chiesa crollata a Plaincourault, in Francia, cʼè un affresco che data al XIII°
secolo in cui è raffigurata la pianta della conoscenza dellʼEden come un grande
gambo con funghi di amanita muscaria che si diramano da esso.
Come dissero Baigent e Leigh:
“....cʼè disputa oggi sul fatto che tra i culti, le sette e le scuole di misteri delle religioni dellʼantico Medio Oriente fossero usate droghe, psichedeliche e di altri tipi, almeno fino ad una certa misura, come di fatto lo furono e continuano ad essere usate intorno al mondo. Non è certamente inconcepibile che tali sostanze fossero note al Giudaismo del I° secolo e dal Cristianesimo primitivo, e forse impiegate da essi. “ Fonte: http://spiritualrationality.wordpress.com/ (Pubblicato il 19/02/2008 da Freespirit)
Rastafarianesimo
I Rastafariani utilizzano la marijuana come erba medicinale, ma anche come
erba meditativa, apportatrice di saggezza, ausilio alla preghiera.
Viene sostenuto che l'erba Ganja sia cresciuta sulla tomba del re Salomone,
chiamato il Re Saggio, e da essa ne tragga forza lʼindividuo.
La marijuana è anche associata all'Albero della Vita e della Saggezza che era presente nell'Eden a fianco dell'Albero della Conoscenza del Bene e del Male
« Non puoi cambiare la natura umana, ma puoi cambiare te stesso mediante l'uso dell'Erba” (1)
I Rastafariani predicano la disciplina morale ed il controllo di sé, e sono avversi ad ogni forma di ubriachezza:
“In tal modo tu permetti che la tua luce risplenda, e quando ognuno di noi lascia risplendere la sua luce, ciò significa che stiamo creando una cultura divina” (2)
(1) Kebra Negast, pagg. 61-62
(2) The Rastafarians-Sound of Cultural Dissonance, Sr. Leonard E. Barret, Boston 1988, pag.
255
Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Rastafarianesimo
I riferimenti alla Bibbia sono utilizzati:
“per dimostrare che non solo Dio creò la Ganja per lʼuomo , ma che addirittura essa proviene dallʼ Albero della Vita in quanto apportatrice di effetti benefici, poiché la Ganja infonde saggezza, è di ausilio alla meditazione e alla preghiera, crea un più profondo senso di comunione con i confratelli ed è dotata di qualità medicinali”.
“Lʼuomo ha unʼessenza divina, ma questa visione può derivargli solo dallʼuso
dellʼerba:
quando si fuma lʼerba si sperimenta la propria essenza divina.
Con lʼuso dellʼerba si può sopportare lʼesistenza in questa condizione anomala
presente ora in Giamaica (nel mondo n.d.r.).”
Fonte: “Il Movimento Rasta” – Eliana Ferrarsi . Ed. Xenia 2001
Hinduismo
La canapa è da sempre usata nella medicina popolare indiana per “ravvivare la mente, prolungare la vita, abbassare la febbre, indurre il sonno, curare la dissenteria, stimolare l'appetito, migliorare la digestione, curare la lebbra, il mal di testa, le malattie veneree, la tubercolosi...”
Diversi sistemi medici indiani, tra cui la medicina Ayurvedica, mettono la canapa fra i farmaci principali.
La canapa è quotidianamente usata dagli “uomini santi indù” (Sadhu), come
mezzo di illuminazione e di contatto con il divino.
In una leggenda vedica, il dio Shiva trova riparo all'ombra di una pianta di
canapa, ne mangia le foglie e da allora ne fa il suo cibo preferito.
Anche per il dio del firmamento, Indra, la canapa in infuso è la bevanda preferita.
Nella tradizione del Buddhismo Mahayana, durante i sei passi verso
l'illuminazione, Buddha visse di un seme di canapa al giorno.
Anche in Tibet la canapa, per le sue proprietà psicoattive, assume un ruolo
importante nella nascita della religione tantrica (VII sec. d.C.), derivata dal
Buddhismo e da religioni locali più antiche.
La canapa veniva usata per raggiungere stati di meditazione profonda e per
esaltare la coscienza.
I Sufi (Persia)
I Sufi sono una setta islamica eretica (I Poveri) nata intorno al 1'100 D.C., la cui
predicazione vive nella convinzione che Dio (Allah) non si può conoscere se non
attraverso l'esperienza diretta dell'estasi e che uno dei mezzi per raggiungere
l'estasi è l'uso di canapa.
La loro predicazione venne ritenuta così pericolosa che i Sufi vennero
perseguitati e il fatto che facessero uso di hashish portò alla loro emarginazione
nel mondo arabo, in cui divennero una specie di paria.
Ci furono anche dei tentativi delle autorità religiose di proibire l'hashish, proprio
per colpire i Sufi (la scusa era già allora che l'uso di hashish portava alla pazzia).
Una leggenda racconta la scoperta della canapa da parte di Haydar, fondatore
dell'ordine religioso dei Sufi.
Haydar, un asceta che da dieci anni viveva chiuso in un monastero da lui
costruito, un giorno uscì ed andò per i campi.
Quando tornò era particolarmente vivace e allegro e alle domande dei discepoli
raccontò che aveva mangiato alcune foglie dell'unica pianta che, sotto il sole
rovente, non restava immobile, ma sembrava quasi danzare.
I discepoli furono molto incuriositi, ma Haydar gli indicò la pianta solo dopo averli
fatti giurare che non ne avrebbero parlato con nessuno se non con altri Sufi.
Haydar visse fino al 1221, sempre nutrendosi di canapa e volle che questa fosse
piantata intorno alla sua tomba.
Dalle religioni dei Popoli
Gli Esseni fecero ampio uso di canapa in medicina ed in cerimonie religiose,
seguendo le pratiche dei persiani seguaci di Zoroastro (VII - IV secolo a. C.)
In India e in Nepal la canapa ha svolto e continua a svolgere un significativo ruolo
religioso, l'uso tantrico della canapa sorse in India attorno al settimo secolo d.C. in base a una mescolanza di dottrine e pratiche dell'Induismo Shivaita e del Buddhismo
tibetano.
L'uso cerimoniale della canapa è attestato già nell'Atharva Veda e questa pratica è antica quanto quella vedica del Soma. Mentre il Soma era un sacramento, la
Cannabis (Bhang) era considerata una pianta speciale usata per scopi magico-sciamanici.
L'Atharva Veda cita il Bhang insieme al Soma, entrambe facenti parte delle cinque piante usate a quei tempi "per la liberazione dalla sofferenza".
La pratica dello yoga, non esclude nel suo senso originale l'uso di droghe psicoattive, in particolare la Cannabis, per l'acquisizione dei poteri magici (siddhi).
Patanjali riporta che i siddhi possono essere ottenuti alla nascita, oppure con le droghe vegetali (oshadhikrita), od attraverso la pratica dei mantra, o con l'ascetismo o, infine, con la concentrazione.
Nel Bengala, dove lo yoga tantrico raggiunse il suo culmine, la stessa Cannabis veniva chiamata siddhi.
Il Tantrismo riunisce l'uso cerimoniale della Cannabis e l'impiego consapevole dei
"veleni" con lo yoga sessuale in un sistema completo di pratiche per il
raggiungimento del mahanirvana ("grande nirvana").
In India il demone dell'ebrezza Vice-Vadat, è simboleggiato dalla canapa.
L'antico scritto Pen-ts'ao Ching, attribuito al leggendario imperatore Shan-nung nel
2000 a.C. circa, fu compilato nel I° o II° secolo d.C., in esso è riportato che: "ma-fen (il fiore della canapa) se preso in eccesso produrrà le visioni di diavoli, ma se
preso a lungo permette di comunicare con gli spiriti e di illuminare il proprio corpo".
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